Il caro fra Bernardino, scomparso il 4 gennaio 2007, ha lasciato sicuramente un vuoto enorme nel popolo pennese. Amato da molti giovani, ma non visto di buon occhio da tante altre persone.

Noi giovani dell’Associazione, e comunque tutte le persone che gli sono state vicine in questi anni, lo ricordiamo come il frate del dialogo, sempre disponibile all’incontro, alle missioni impossibili. Il suo obiettivo è stato sempre quello della trasparenza e della verità, della calma e della riflessione.

La sua “piccola” fede trasmessaci ci ha invitato sempre ha guardare ad un Dio non giudice, ma ad un Dio Amore, Padre misericordioso. Ci ha lasciato il suo testamento: noi che lo conoscevamo concordiamo con Lui sul significato del testo. Probabilmente per chi non lo conosceva può sembrare troppo duro.

Lasciamo ad ognuno la propria interpretazione...

«Dopo lunga riflessione, ho deciso di scrivere per manifestare alcuni problemi che trovo, per l’età, per le mie condizioni e per il ruolo che svolgo qui a Penne.

È vero che essere religioso non consiste nel custodire un Museo, una biblioteca, cosa che sto facendo io. Il mio impegno non sta per guadagnare soldi, ma per guadagnare Giovani a Cristo : quei giovani, che non verrebbero in Chiesa, ma vengono qui per esigenze o per compagnia o per fare una ricerca o una tesi….ed approfittano trovandosi a proprio agio, ad esporre i problemi piccoli e grandi che siano ed automaticamente si avvicinano a Cristo.

La certezza, la verità che tutti cercano e non trovano fanno si che si rifugiano nei falsi piaceri. Con questa sete che oggi domina l’umanità, non mi sento di fermarmi in Convento solo per contare soldi ed a aspettare che passino i giorni tra la noia e la mormorazione.

Ci sono tanti gruppi giovanili che hanno bisogno di testimoni evangelizzatori per salvare più giovani possibili dalle grinfie di satana: cosa inesistente per chi vive in clausura.

Non mi sento di abbandonarli nelle braccia di satana».

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